lunedì 20 giugno 2022

Shitstorm

 


 

Il termine letteralmente si traduce con "tempesta di cacca", quella che si è abbattuta, sotto forma di una pesante e continua protesta, contro gli amministratori legnaghesi in ragione dell’ordinanza del Sindaco Lorenzetti che ha vietato la somministrazione di bevande alcoliche alla festa organizzata al Parco dall’ottima associazione Soun Vito.

A poco è valso l’aver spiegato – sicuramente si poteva far meglio – come, giusto l’art. 54 Tuel, se i carabinieri chiedono ad un Sindaco un’ordinanza sindacale per motivi di pubblica sicurezza il primo cittadino deve prendere carta e penna e provvedere, pena la sostituzione dei relativi poteri in capo al Prefetto: le valutazioni sulle problematiche relative all’ordine pubblico sono, infatti, rimesse alle forze ed alle istituzioni che di questo si occupano di mestiere, con buona pace di Fiorella Zanetti, Daniela Pollo, Giuseppe Losi e compagnia cantando.

A poco è servito illustrare che gli eventuali pericoli non erano costituiti dalla qualità degli organizzatori ma, purtroppo, dal luogo indicato (peraltro su consiglio del Comune stesso) per ospitare l’evento: il parco cittadino.

La tempesta di feci non ha cessato neanche dinnanzi alla seconda comunicazione, proveniente dalla questura e dello stesso segno della nota dei carabinieri.

A prendere parte alla laida burrasca degna delle arpie di re Fineo, anche un ex sindaco e altri che avevano già amministrato Legnago o, comunque, partecipato alle elezioni.

Critiche legittime, ci mancherebbe. Trovo solo strano che quegli stessi amministratori avessero – illo tempore - ordinato, sempre sulla scorta dell’art. 54 Tuel, il divieto di somministrazione di alcolici o addirittura la chiusura temporanea del Bar Caffe' Busse' 7 Scalini in occasione di partite del Legnago Salus: ora come allora l’informativa dei carabinieri indicava possibili pericoli per l'ordine pubblico. Evidentemente nemmeno la cacca è uguale per tutti giacché per tali limitazioni nessuno ha battuto ciglio.

Torno alla considerazione principale: il problema vero – a mio avviso - è che non solo non siamo diventati "padroni a casa nostra" ma a casa nostra non siamo nemmeno più liberi; liberi di organizzare in un luogo pubblico una bella occasione culturale (qual è un concerto di musica) bevendoci una birra ghiacciata in barba alla calura estiva; liberi di valorizzare il lavoro di giovani che da anni onorano la Città con il proprio impegno, senza guadagnarci nulla se non l’orgoglio di far qualcosa di bello per il loro e nostro paesello.

Su questo, a mio modesto avviso - più che sulle fantasiose attribuzioni di superpoteri in capo ad un povero borgomastro - dovremmo più attentamente riflettere. 

venerdì 3 luglio 2020

Autocritica



Ho letto sui social le critiche di parte della minoranza sulla mancanza del numero legale, a notte fonda, nell’ultima seduta consiliare.
Gli amici di Legnago Futura scrivono di “giochi a tavolino”, di “grave mancanza di rispetto”, perché gran parte dei consiglieri di maggioranza avrebbe abbandonato l’aula al momento della discussione degli atti di indirizzo (mozioni e interpellanze) proposti da loro.

Desumono da tale atteggiamento che la maggioranza non avrebbe alcun interesse per i temi proposti dalla minoranza e tantomeno per il ruolo dell’opposizione.
Non è così ma li capisco.
Avrebbero dovuto e potuto prendersela con me, in quanto, riportando quanto avevo inteso nella conferenza dei capigruppo in preparazione della sessione d’aula, avevo comunicato ai consiglieri della maggioranza che, allo scoccare di mezzanotte e mezza, al massimo l’una, avrei sospeso la seduta e aggiornato i lavori.
E così, non essendo riuscito a convincere l’Assemblea che durante la prima seduta avremmo potuto proseguire nella trattazione di alcuni punti che non avrebbero comportato un particolare dispendio di tempo, la seconda seduta si è protratta, per gli argomenti proposti dagli assessori, ben oltre l’orario indicato.
Per dirla con Borges, “ogni volta che leggo qualcosa contro di me, non solo condivido i sentimenti di chi l’ha scritto, ma sono certo che io potrei farlo molto meglio”.
Mi assumo pertanto tutta la responsabilità dell’accaduto e mi scuso con tutti i consiglieri.

mercoledì 24 giugno 2020

De vulgari eloquentia



Perché le giustificazioni degli insulti del sindacalista hanno sdoganato le allusioni di Tebon

Si sono scomodati persino i giornali nazionali per deprecare l’espressione del consigliere comunale Simone Tebon, quel “diversamente etero” indirizzato al più conosciuto alfiere dei diritti degli omosessuali a Legnago; il caso ha tenuto banco per quasi due settimane in Città, con i consiglieri di centrosinistra che, in Aula, hanno dispensato agli avversari politici una lezioncina di bon ton istituzionale.
Massimo Castellani
Accade che poi, giusto il tempo di addentrarci nell’estate, il segretario provinciale della CISL, Massimo Castellani, se ne esca, sullo stesso social network usato dall’improvvido Tebon, con la seguente inappellabile fatwā nei confronti dell’Amministrazione Lorenzetti: “Non serviva essere un genio per capire che questi non sarebbero stati in grado di amministrare nemmeno un condominio di tre appartamenti. Altro che Legnago riparte. Per carità”.
Comprensibilmente Sindaco e assessori si sono risentiti, anche in forza del ruolo di assoluto rilievo che il sig. Castellani ricopre.
E se pensate che dai consiglieri del centrosinistra sia giunta qualche presa di distanza da queste sconvenienti parole vi sbagliate di grosso.
Simone Tebon
Il maître à penser della sinistra di Palazzo de Stefani, Damiano Ambrosini, di professione professore, ha – nella compiacenza dei suoi accoliti – non solo giustificato il sindacalista ma addirittura rimbrottato il centrodestra per essersi lamentato!
Sia chiaro, lunga vita al diritto di critica, declinazione del principio della libertà di manifestazione del pensiero: i politici devono accettare opinioni, giudizi e valutazioni - anche non benevole - da parte di chiunque.
Però ci sono dei limiti, travalicati i quali il diritto non è più tale; a segnare il confine sono la verità e la continenza espressiva.
Lo scritto del sindacalista si caratterizza palesemente, invece, per ostilità e gratuità nelle offese.
Giustificarlo significa sdoganare le allusioni di Tebon.


A meno che non si dica che le regole di bon ton e la correttezza istituzionale valgano solo per la sinistra ai danni della destra.
Mi sembrerebbe però una ricostruzione un pochino razzista.

giovedì 26 marzo 2020

Il nuovo decreto legge n. 19 del 25/03/20 in pillole


Novità da Palazzo Chigi:
entra in vigore oggi, 26 marzo, il D.L. 25 marzo 2020, n. 19.
Il testo si compone di sei articoli.
L’art.1, la copertura normativa per i prossimi decreti.
Col primo articolo, nell’ottica di offrire copertura a futuri DPCM e ordinanze ministeriali, si precisa che le misure limitative alla circolazione e le altre varie chiusure / sospensioni di attività che già conosciamo potranno trovare applicazione per periodi predeterminati di un mese ciascuno fino al 31 luglio, con possibilità di reiterazione e modificazioni con maggior o minor forza restrittiva delle liber
tà individuali – anche con differenze territoriali - in proporzione all’andamento epidemiologico.
I Prefetti, in raccordo informale con le parti sociali interessate, potranno imporre, per tutta la durata dell’emergenza, lo svolgimento delle attività non sospese – e che evidentemente avessero deciso autonomamente di chiudere - ove ciò risulti assolutamente necessario in ragione della pubblica utilità.
L’art. 2, le modalità di adozione dei nuovi provvedimenti e l’ultrattività dei precedenti.
Il secondo articolo specifica che le misure restrittive verranno adottate con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri; detta inoltre le forme di raccordo con altri ministeri o rappresentanti locali (regionali o delle province autonome) che potranno essi stessi proporre l’adozione di DPCM, volendo evidentemente limitare il “protagonismo sparso” degli enti locali.
Nei casi di estrema necessità e urgenza anziché procedere con un DPCM, lo stesso Ministro per la Salute potrà adottare le medesime misure ai sensi dell'articolo 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833.
E i vecchi decreti e le vecchie ordinanze? Avranno vita breve, ancora dieci giorni, ma per questo lasco di tempo i loro effetti sono salvi (sempre che in questo periodo non venga emanato un DPCM).
Probabilmente in ragione delle polemiche politiche, i nuovi provvedimenti verranno comunicati alle Camere il giorno dopo la loro pubblicazione, con onere per il Presidente Conte o per un suo ministro delegato, di riferire al Parlamento ogni quindici giorni.
L’art. 3, un freno al protagonismo di Sindaci e Presidenti regionali.
Il terzo articolo si occupa delle misure assunte dalle regioni e dai Sindaci.
Non è stata esclusa tout court la possibilità per le regioni di intervenire con provvedimenti ulteriormente restrittivi, ma solo per aggravi di specifici rischi nel loro territorio e sino all’adozione dei nuovi DPCM ma solo nell'ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l'economia nazionale.
Anche i Sindaci potranno continuare ad emanare ordinanze contingibili e urgenti, ma queste avranno da ritenersi inefficaci se contrastanti o eccedenti i limiti delle misure statali.
L’art. 4, dall’ammenda alla sanzione amministrativa retroattiva e possibile utilizzo dell’esercito.
L’art. 4 segna la svolta in materia di sanzioni e controlli: “Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento” sarà punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000. Escluso, dunque, che d’ora in poi, anche con riferimento alle attuali disposizioni restrittive, in caso di violazione, si applichino le sanzioni contravvenzionali previste dall'articolo 650 del codice penale. Peraltro la penalità sarà aumentata fino ad un terzo se l’infrazione verrà commessa con l’uso di un veicolo. Via libera in tal senso alla retroattività. Tuttavia per le violazioni già commesse si applicheranno le sanzioni nella misura minima ridotta alla metà.
Per chi dovesse tenere aperto un esercizio con attività sospesa si applicherà inoltre la sanzione accessoria della chiusura dell'esercizio o dell'attività da 5 a 30 giorni.
Col passaggio dalla misura penale a quella amministrativa cambierà ovviamente il soggetto che deve accertare la sussistenza della violazione: in caso di violazione di una norma contenuta in un atto governativo, vi provvederà il Prefetto; per i provvedimenti di governatori e sindaci la competenza sarà rispettivamente della regione e del comune.
Per l’avvio del procedimento di contestazione delle presunte violazioni e per i ricorsi, giusto il disposto dell’art. 103 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, non si computano i termini sino al 15 aprile.
Prefetti, Sindaci e autorità regionale potranno cautelarmente disporre, quindi in via provvisoria, la chiusura dell’esercizio per non più di 5 giorni, termine da scomputarsi dalla corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata.
In caso di reiterazione della medesima violazione, la sanzione amministrativa sarà raddoppiata, quella accessoria applicata nella misura massima.
Specifiche misure, poi per chi non rispetta la quarantena in forza di riscontri positivi al virus: se il fatto non costituisce violazione dell'articolo 452 del codice penale (Delitti colposi contro la salute pubblica) o comunque più grave reato, scatterà la sanzione prevista dall'articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 e successive modifiche, ovvero con l'arresto fino a sei mesi e con salatissima ammenda (se il fatto venisse commesso da persona che esercita una professione o un'arte sanitaria la pena verrebbe aumentata).
Per quanto di limitata utilità (ricordiamo che per gli atti non urgenti l’attività dei Tribunali è stata sospesa fino al 15 aprile) il nuovo testo normativo disciplina - ai sensi degli artt. 101 e 102 del Decreto legislativo del 30/12/1999 N. 507 - il caso in cui i procedimenti penali per l violazioni in parola siano stati definiti con sentenza di condanna o decreto irrevocabili: il giudice dell'esecuzione dovrà revocare la sentenza o il decreto dichiarando che il fatto non è previsto dalla legge come reato; in ogni caso l'autorità giudiziaria, entro novanta giorni, disporrà la trasmissione all'autorità amministrativa competente degli atti dei procedimenti penali relativi ai reati trasformati in illeciti amministrativi (salvo che il reato risulti prescritto – impossibile - o estinto per altra causa – la morte della persona interessata - alla medesima data).
Possibile utilizzo dell’esercito.
Il Prefetto, informando preventivamente il Ministro dell'interno, potrà assicurare l'esecuzione delle misure avvalendosi anche delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali.
Quindi i militari impiegati a tal fine, con provvedimento prefettizio saranno qualificati come agenti di pubblica sicurezza.
Artt. 5 e 6, abrogazioni ed entrata in vigore del nuovo decreto
Quanto alle disposizioni finali, l’art. 5 espressamente abroga il precedente decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, ad eccezione degli articoli 3, comma 6-bis, e 4.
Il comma 6 bis dell’art. 3 è di attuale importanza per quanto attiene ai contratti, giacché sancisce la non imputabilità della mancata sua prestazione in caso di inadempimento contrattuale dovuto al rispetto delle misure di contenimento, anche in riferimento all’applicazione di eventuali decadenze o penali.
L’art. 4 del vecchio decreto, invece, quantificava le disposizioni finanziarie per far fronte agli oneri derivanti dallo stato di emergenza sanitaria.
È stato altresì abrogato – perché il contenuto della norma è stato ampiamente richiamato dal nuovo decreto legge - il disposto dell'articolo 35 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, che vietava ordinanze sindacali o le dichiarava inefficaci, laddove queste avessero affrontato l’emergenza attraverso provvedimenti in contrasto con le misure statali.
Infine l’art. 6 dispone l’entrata in vigore del nuovo decreto legge dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, quindi è entrato in vigore oggi, 26 marzo 2020.

martedì 17 marzo 2020

Perché la passeggiata solitaria si può fare e ci fa bene


Spezzo una lancia a favore di chi pratica una sana e moderata attività sportiva individuale all’aperto.

Capisco i divieti di assembramenti che purtroppo si erano verificati lungo le nostre ciclabili lo scorso fine settimana.
Ma una cosa sono gli assembramenti, un’altra è la passeggiata da soli, lungo strade larghe e vuote.

Ecco, mettere all’indice su Facebook le persone che praticano tale attività, quasi fossero criminali, mi pare un’assurdità per due motivi.


Il primo: il regolamento governativo DPCM 9.3.20, art. 1, n. 3 ultimo comma, autorizza l’attività fisica individuale:


“lo sport e le attività motorie svolti all'aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”.
Si tenga conto altresì che col precedente regolamento, il DPCM 8.3.20, art. 3 lett. g. (parte da non considerarsi abrogata), il Governo ha asserito quanto segue: 


  "g) e' raccomandato ai comuni e agli altri enti territoriali, nonché alle associazioni culturali e sportive, di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive interdette dal presente decreto, che promuovano e favoriscano le attività svolte all'aperto, purché svolte senza creare assembramenti di persone ovvero svolte presso il domicilio degli interessati;" 


Il secondo motivo è che tale attività all’aria aperta – svolta moderatamente, senza eccessivi sforzi e in totale solitudine – porta a benefici fisici e piscologici … oltre a sviluppare processi di consolidamento delle difese immunitarie, come sostengono praticamente tutti gli studi in merito.

Se correte o passeggiate soli e su strade vuote, vi potranno chiedere di sottoscrivere l'autocertificazione solo in relazione alla vostra situazione di salute (dichiarerete di non essere sottoposti alla misura della quarantena e di non essere risultati positivi al virus COVID-19).

Buona passeggiata solitaria! 



Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto
(Paracelso)






Sull’argomento:
Dipartimento di kinesiologia e nutrizione della University of Illinois su The Guardian;
Environmental Science and Technology;
Peninsula College of Medicine and Dentistry di Plymouth;
Istituto Superiore Sanità

https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/Movimento-Sport-Salute-2018

giovedì 2 gennaio 2020

Il ricordo di Claudio nella seduta consiliare del 28 novembre 2019

Verbale seduta del 28.11.2019 allegato alla deliberazione consiliare n.54
PUNTO N. 1 ALL’ ORDINE DEL GIORNO:

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.

PRESIDENTE
Le mie comunicazioni non possono che riguardare (e io mi alzo in piedi)
l'addio ad un grande protagonista di quest'Aula e di questa nostra Città.
Dedicare alla memoria di Claudio Marconi, vicesindaco, Assessore e
Consigliere comunale - ma soprattutto per me un avversario e al contempo
un amico - un momento di serena e non scontata riflessione in quest'Aula
non è facile.
Esiste, infatti, una retorica dell'addio; con i racconti degli aspetti
pubblici e delle virtù private di un gigante che si spegne. Il compito,
per chi l'ha conosciuto tra questi banchi, non sarebbe nemmeno troppo
arduo, perché per Claudio la politica significava tanto e tanto,
tantissimo, vi si è dedicato. Dalle sue azioni - che spesso e volentieri
ho orgogliosamente avversato per la diversità dei nostri ideali - si può
agilmente tinteggiare il ritratto di un uomo realmente appassionato alla
vita politica.
In questi giorni ho letto e riletto i messaggi privati che ci
scambiavano: declinazioni simpatiche e sincere della consapevolezza dei
nostri limiti; sguardi obiettivi - ma persino divertiti - sulla
complessità dei rapporti politici, che spesso e volentieri si tingono di
umana vanità.
Ovviamente, se le confidenze vanno custodite con gelosia, è giusto invece
dire dei sentimenti di profondo rispetto che nutriva per taluni
avversari, dell'amicizia leale che ha offerto al suo Sindaco Clara
Scapin, della fiducia per il futuro amministrativo che riponeva, in
particolare, in Diego e Silvia.
Nemmeno va taciuto il suo grande dispiacere per certi artati distacchi da
chi considerava il suo maestro e da quelli che desiderava suoi discepoli.
In una delle ultime occasioni in cui andai a scambiare quattro parole con
lui nella sua comunità, spiegandogli quali intendimenti avrei voluto
perseguire nell'azione amministrativa, illustrandogli dubbi e
possibilità, mi disse, citando la saga di Guerre Stellari con quel
sorriso buono che gli illuminava il viso quando stava per spararla
grossa: “Fidati della forza Luke!” e mi lasciò poi, scritte su Messenger,
alcune sue considerazioni che ho avuto l'onore di leggere nella seduta di
insediamento.
Se c'è un insegnamento tra i tanti che Claudio lascia a tutti noi,
indipendentemente dal nostro credere, è quello della consapevolezza del
ruolo e dell'importanza dell’idealità nel confronto.
Io ho preparato poi, con l'ausilio dell'amico Leonardo Frattini, un breve
ricordo video a cui vi prego di voler assistere in silenzio grazie. Grazie.
(Proiezione video)
Applausi

PRESIDENTE
Grazie a tutti.
Sulle comunicazioni del Presidente, che raccolgono il senso e la volontà
di tutta la maggioranza ma spero non solo, in questo caso, è chiaro che
si possa prendere la parola per fare dichiarazioni. Quindi lascio ai
Consiglieri la possibilità d'intervento.
Si è prenotato il consigliere Fabio Crivellente.

CONS. CRIVELLENTE
Grazie, Presidente.
Permettete anche a me di spendere due parole su questo importante
personaggio, che, purtroppo, si è spento pochi giorni fa. Una persona
nata, tra l'altro, nel mio stesso anno, nel 1957 e quindi eravamo
coetanei. L'ho conosciuto durante il mio lungo mandato di presidente del
nostro aeroporto di Legnago, poiché in più occasioni mi sono confrontato
con lui per problemi inerenti al nostro sodalizio.
Mi ricordo di lui quale persona seria che non prometteva facilmente allo
scopo di farti andare via contento dall'incontro; una persona, quindi,
non prendeva in giro e che per quello che nel nostro ambiente riusciva a
fare ha sempre mantenuto, ha sempre mantenuto la parola. Quindi cos'altro
dire? Una persona corretta per quanto mi riguarda sotto ogni aspetto.
Quello che comunque di lui mi ha maggiormente colpito è stato il suo
notevole impegno nel sociale. Una persona molto impegnata in comunità di
sostegno, alle persone soprattutto più deboli e soprattutto in comunità
in aiuto a giovani caduti in difficoltà che avevano bisogno di essere
inseriti nel mondo del lavoro.
Detto questo permettetemi, nessuno me ne abbia a male se vado un po’ un
profondo, di esprimere questo mio personale concetto: non so se l'amico
Claudio fosse una persona credente e praticante nell'ambito religioso,
non lo so e non lo voglio sapere e nemmeno mi interessa. Sostengo solo
che di bene ne ha fatto tanto, bene gratuito, non per fini personali, ma
sempre in favore degli altri e soprattutto dei più bisognosi.
Io credo da persona di fede, quale indegnamente sostengo di essere,
l'amico Claudio da lassù ora ci guarda e protegge tutti noi, anche se
politicamente abbiamo avuto idee diverse e magari a volte contrapposte.
Sono certo - senza dubbi - che ora Claudio da lassù stia meglio di noi,
poiché, ripeto, come diceva Padre Pio, la vita quaggiù è una continua
sofferenza anche se ci possono essere momenti sereni di gioia, ma
comunque la vita è un calvario, ma conviene salire allegramente poiché le
croci sono i monili per l'aldilà.
Concludo dicendo: grazie ancora a Claudio per tutto il bene gratuito che
hai fatto e sempre donato.

PRESIDENTE
Grazie, consigliere Crivellente.
Vedo la prenotazione della consigliera Silvia Baraldi, che ha facoltà di
parola.

CONS. BARALDI
Grazie mille, buonasera a tutti quanti.
Cercare di raccontare Claudio in un breve discorso è davvero difficile e
probabilmente riduttivo, si rischia di mettere in luce solo qualche
aspetto della sua personalità, un carattere, un carisma troppo grande per
essere classificato, Claudio era semplicemente un fuoriclasse, dal punto
di vista professionale, politico e umano, Claudio ha sempre fatto la
differenza.
Ho avuto la fortuna di stargli accanto e umilmente di imparare da lui
come vicesindaco, carica che ingiustamente gli è stata sottratta da
alcuni suoi compagni, e poi come Assessore. Penso di interpretare il
pensiero di tutti dicendo che quello che spiccava era, oltre ad una
incredibile rapidità nel gestire tutte le questioni amministrative e
politiche, una lungimiranza, una pacatezza, un equilibrio ma soprattutto
una umanità straordinaria; quella sensibilità che lo portava
empaticamente a capire l'altro e a vederne un lato positivo sempre e
comunque. Mi piaceva e sono certa piacesse davvero a molti parlargli, ma
soprattutto starlo ad ascoltare. È stato per molti un mentore e un
maestro, per me lo era di certo perché ogni volta la sua parola era
quella giusta.
Ha guidato e sostenuto il percorso di giovani che volevano impegnarsi per
la città, in ogni settore politico e amministrativo però con la P
maiuscola. Ma anche culturale, perché Claudio era una persona colta e
credeva nel ruolo della cultura per far crescere anche democraticamente
il Paese. Ricordiamo la biblioteca di Porto, quante corse per seguirla; e
l'attenzione alla voce del Comitato, la difesa del teatro Fioroni,
l'entusiasmo senza se e senza ma per tutte le iniziative che mettevano al
centro i bambini, l'arte e la cultura.
E poi la sua grande passione: il sociale; tutto in lui scattava quando
c'era un problema umano, familiare, personale, era sempre disponibile ad
ascoltare, a capire, ma soprattutto a risolvere i problemi mettendo in
moto il mondo intero.
E poi era un gran lavoratore, sempre pronto, sempre di corsa capace di
dividersi tra famiglia - che ce lo ha donato tanto - il Comune, il
partito e il lavoro. Non possiamo dimenticare le sofferenze che ha
sopportato per le ingiustizie politiche, ma lui diceva sempre “lavoriamo
per il bene della comunità. Questo è il nostro compito, mettiamoci sulle
spalle le ingiustizie personali”.
Sappiamo tutti che la città ha perso una persona immensa che avrebbe
potuto fare ancora tantissimo per Legnago. La Sinistra di Legnago ha
perso un grande uomo di Sinistra, lui era fiero di esserlo, che sapeva
però dialogare con l'avversario politico trovando spesso un punto
d'incontro per il bene della sua amata Legnago. Ma soprattutto per lui
non sono mai esistiti cittadini di serie A e quelli di serie B, ognuno
aveva pari diritti e per questi diritti, per la dignità, si è sempre
battuto anche contro tutti. Davanti alla sua porta di Assessore
orgogliosamente e con il sorriso, quel bel sorriso che manca così tanto a
noi adesso, accoglieva tutti.
Claudio ha aiutato tutti noi ad essere persone migliori e siamo certi che
lui vivrà in ogni azione che percorreremo dove l'interesse personale sarà
messo da parte per il bene comune; laddove daremo spazio ai giovani lui
ci sarà; laddove daremo supporto agli ultimi lui ci sarà.
Proprio per quanto ha lasciato in pochissimi giorni (in cinque giorni) i
cittadini… scusatemi, i cittadini di Legnago hanno raccolto più di 500
firme affinché venga intitolato il nuovo palazzetto dello sport a
Claudio.
Queste sono le firme che sono state raccolte in questi giorni, mi faccio
promotrice delle firme ma come Silvia Baraldi non come Consigliere,
perché i cittadini e la famiglia vorrebbero che questo fosse un atto,
appunto, che parte dalla Città e non dalla politica, né dalla minoranza e
né dalla maggioranza. Quindi, è la Città che richiede a noi, tutti
insieme, questo impegno.
Per cui, se le fa piacere, Presidente, le consegno l’oggetto del
documento e le firme. Grazie

PRESIDENTE
Grazie consigliera.
Il primo prenotato all’intervento è il consigliere Shahine: ne ha
facoltà.

CONS. SHAHINE TOUFIK
Grazie. Buonasera a tutti.
Io parlo come persona che probabilmente non ha avuto la vostra
possibilità di conoscere il dottor Marconi, però mi sento di dire due
parole per il poco che ho potuto conoscerlo.
L'ho conosciuto soltanto in occasione dell'ultima campagna elettorale,
abbiamo scambiato qualche parola e già in quell'occasione avevo capito di
avere di fronte una persona di spessore, una persona di profonda
conoscenza e anche lungimiranza e rispetto soprattutto per tutti. Mi
ricordo che, qualche settimana dopo il nostro primo incontro, mi
telefonò; io rimasi stupito di questa telefonata perché non me
l'aspettavo, ma era soltanto una telefonata volta a farmi gli auguri e un
in bocca al lupo per l'esperienza di candidato Sindaco e devo essere
sincero: l'ho apprezzato tantissimo.
In queste ultime settimane ho letto tante cose sui social, per la
maggiore; ho sentito tante cose stasera da voi che avete avuto modo di
conoscerlo molto meglio di me e ora posso dire che mi è sinceramente
spiaciuto non aver avuto la possibilità di conoscerlo meglio.

PRESIDENTE
Grazie, consigliere Shahine.
Si è prenotato il consigliere Diego Porfido. Prego Consigliere.

CONS. PORFIDO
Buonasera a tutti.
Allora, io ho passato bene o meno male undici anni con Claudio Marconi,
era seduto in quei posti dietro, con me, all’inizio in minoranza e, poi,
cinque anni in maggioranza. Vorrei portarvi alcuni ricordi a me cari: per
esempio, la prima volta che sono capitato in sala civica, ai tempi della
partenza della campagna del candidato sindaco Ambrosini. Mi è arrivato
vicino Claudio e mi ha detto: “Cosa ci fai qua?”, perché si ricordava di
me alto, o meglio, piccolino così, che giocavo nello stradello sotto
casa. Poi da lì questi undici anni insieme, momenti belli, momenti
brutti, battaglie vinte, battaglie perse e, soprattutto, spesso abbiamo
avuto visioni differenti.
Ricordo con piacere proprio, grazie a queste visioni differenti, anche i
tanti, tanti, tanti confronti, qualche volta accesi, qualche volta meno
accesi, però sempre guardandosi negli occhi. E questo lo ha reso un
compagno, qualche volta un avversario, che merita il massimo rispetto.
In politica io voglio ricordare qualche situazione, perché si fanno
grandi passi avanti anche se qualche volta si fa un passo indietro;
Claudio Marconi in politica è stato capace anche di fare passi indietro
personali a favore di una logica di gruppo, di una logica di squadra e di
una logica di percorso, di un disegno. È stato capace di costruire
relazioni nella politica, forti, cioè relazioni umane prima che
amministrative. È riuscito, come diceva prima il Presidente Paolo, a
creare delle amicizie proprio nel rispetto della persona, anche essendo
spesso, comunque, un gran Consigliere di minoranza, me lo ricordo, era
uno che batteva veramente forte.
Ed era capace di farsi scivolare attacchi politici e personali, questi
ultimi non senza sofferenza; però era riuscito a capire che (a volte)
qualche attacco politico non riguarda la sfera personale.
Come onorare Claudio? Ricordando sicuramente i suoi aspetti più umani.
Uno degli aspetti che volevo raccontare era quando ha fatto la
presentazione di “Legnago futura”; ora possiamo dirlo: non tantissimi
pensavano che “Legnago futura” potesse avere un ottimo risultato, avere
quattro rappresentanti in Consiglio comunale. Lui ci credeva; quel giorno
era voluto venire, nonostante non fosse per niente un bel periodo proprio
per la sua malattia, lui ha voluto esserci ed è venuto. Quel giorno lì ha
voluto scrivere un testo, che era questo: “Una nuova speranza è nata ieri
a Legnago, un gruppo di giovani ha deciso di occuparsi in prima persona
del proprio futuro. George Lucas ha impegnato cinque anni a scrivere la
sceneggiatura del primo episodio di Star Wars, intitolato, appunto, “Una
nuova speranza”. Anche qua c'è voluto del tempo a costruire le relazioni
di fiducia con questi giovani che ora entrano in campo. Ora per loro
inizia l'avventura di occuparsi del bene comune, un'esperienza difficile
ma bellissima che ho avuto la fortuna di fare. Questa volta, però, non
sarò tra i candidati. Come Obi-Wan Kenobi in Star Wars bisogna capire
quando è il momento di sacrificarsi per lasciare spazio al nuovo. In
bocca al lupo e che la forza sia con voi”.
Un altro insegnamento, un'altra cosa che ho imparato soprattutto
nell'ultimo anno di Claudio, è la grandissima dignità di Claudio nella
sua malattia e la forza della sua famiglia. Ho visto qualcosa di forte,
di veramente forte, di vero e l'ha trasmessa. È inutile aggiungere molto
altro, voglio dire, è stato un esempio. Io non so quanti affronterebbero
una malattia di quel tipo di lì con quella dignità con cui l’ha
affrontata Claudio Marconi.
L’ultimo - scusate il gioco di parole - concetto è proprio sugli ultimi,
perché lui ce la ribadiva questa priorità: sempre “gli ultimi, gli
ultimi, gli ultimi”. E se ne fregava anche del consenso elettorale; in
quest'epoca misera chi pensa agli ultimi di solito a livello elettorale
non raccoglie grandi consensi. Lui se ne fregava, se ne è sempre
sbattuto, ha messo questo ideale davanti e l'ha portato fino in fondo a
testa alta.
Io lo ringrazio per quello che ci siamo detti nel privato nelle pause
pranzo (e questi sono aspetti privati rimarranno tali), però credo che
come uomo, e ve lo può dire uno che c’ha anche discusso molte volte, gli
vada detto un grande grazie, cioè ha impegnato tanto tempo per questa
Città, tanto, e ha dato forse molto di più di quello che, dopo, la città
gli ha restituito.
Ecco, basta, non ho nient'altro da dire. Grazie.

PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Porfido.
Non vedo altre prenotazioni e quindi è terminata la fase delle… Prego,
Consigliere Negri.

CONS. NEGRI
Buonasera a tutti.
Mi permetto di dire due parole, soprattutto a nome del Gruppo Lega che
rappresento. Sono parole di saluto e di profondo rispetto per il
compianto Marconi Claudio.
Mi sono scritto due parole, guardate, perché io sono stato al funerale e
tutti noi abbiamo visto veramente tanta gente. Quando vedi tanta gente
così vuol devo dire che, insomma, la persona ha lasciato, ha lasciato
qualcosa, ha lasciato qualcosa alla Città e quindi le più sentite e
profonde condoglianze alla famiglia a nome di tutto il Gruppo che
rappresento e di tutta, credo, la maggioranza, a nome di tutti,
praticamente.
Ho sentito tante parole: dignità, rispetto, eleganza, impegno,
semplicità, insomma, la persona l'abbiamo conosciuta, io l'ho conosciuta
personalmente nel mandato precedente a quello del Sindaco Scapin, quando
ero Assessore con Andrea Rettondini. Quindi, insomma, la persona è una
persona che ti lascia tanto, una persona che ti insegna anche tanto.
Era un avversario politico, quindi io dico una cosa: una cosa è la
politica e lì non eravamo assolutamente d'accordo; una cosa è la persona.
Quindi profondo, profondo rispetto e un sentito saluto “ciao Claudio,
riposa in pace”. Grazie.

PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Negri.
Mi ha chiesto il Sindaco di intervenire, ne ha facoltà.

SINDACO
Beh, intanto volevo ringraziarti, Paolo, a nome di tutta
l'Amministrazione hai fatto una presentazione di Claudio.
In questi giorni ho avuto modo di parlare di Claudio e mi associo
naturalmente a tutti gli interventi che sono stati fatti questa sera.
Portate pazienza, per me è una serata un po’ particolare, anzi, chiedo
scusa in anticipo se poi magari vi lascio anche prima.
Volevo anch'io, in questa occasione, anche se ho avuto già modo di
parlare pubblicamente di Claudio, portare il mio saluto anche in questo
Consiglio comunale: è giusto che ci sia anche la parola del Sindaco
Grazie Claudio, per il lavoro che hai fatto. Grazie davvero, Claudio.

PRESIDENTE
Grazie, Sindaco.
Allora, non essendovi altre prenotazioni a prendere la parola, possiamo,
con un abbraccio a Luigina, Elisa e Leda, dichiarare chiuso il primo punto
relativo alle comunicazioni del Presidente e passare oltre. Grazie a
tutti.

domenica 10 novembre 2019

CIAO CLAUDIO!


Prima ancora che un degnissimo amministratore e politico, con una visione senz’altro profonda della vita, Claudio Marconi è stato un grande Uomo.

Da ultimo anche nella sofferenza – che è stata pesante – ha cercato di avere un sorriso per tutti.

Molti ricordi mi legano a lui:
I suoi abbracci sempre veri, le parole misurate, con cadenza mista padovana, parole a volte anche troppo buone ... quella speranza che affidava al prossimo.

Dopo la famiglia, la sua più grande soddisfazione era la cooperativa sociale Ardea, con la quale era riuscito ad aiutare quelli che i più riterrebbero reietti da allontanare dagli occhi prima ancora che dal cuore. Gli ultimi.

Lì, a Vigo, nei pressi della Comunità L’Argine, era cominciata la nostra frequentazione politica.
Claudio mi aveva invitato alla festa dei “suoi ragazzi” perché ero il consigliere più giovane e lui nella gioventù credeva molto.

Ci sono tornato questa primavera, a fare due parole – che con lui non riuscivano mai banali – e poi a cantare al karaoke (male entrambi, bisogna ammetterlo).

Mi aveva parlato con soddisfazione di persone che era riuscito ad affrancare dalla cattiva strada.
Qualche giorno fa una giovane mamma mi raccontava che, da piccola, rimasta orfana di padre insieme al fratello, riceveva le visite di Claudio pressoché ogni mattina: il nostro voleva garantirsi che i bimbi non abbandonassero il percorso scolastico.

Erano questi i suoi successi, prima ancora di quelli politici. Del resto era troppo vero e rispettoso per fare carriera in un mondo di affabulatori senza qualità se non quella del mastice tra la poltrona e le natiche.

Mi ha fatto male vederlo su quel lettino d’ospedale. Molto. E davvero non riesco a capire chi ritiene che persino la sofferenza sia un dono. Di certo lo è stata la vita di Claudio, per tutti quelli che gli hanno voluto anche solo un po’ di bene.